Il piacere di riprendere ad usare la penna

Se torno indietro con la memoria agli anni delle classi elementari, tra i miei primi ricordi c’è la mia maestra, donna di grande carattere e profonda dedizione alla sua professione. Una delle cose a cui teneva di più era la scrittura. Era impensabile presentare un quaderno disordinato, scarabocchiato, con “le orecchie” alle pagine inferiori. Ma ancor più era fondamentale che tutto fosse svolto in bella scrittura. Quanto tempo ho passato esercitandomi sulle lettere maiuscole con i loro riccioli più tondi e le lettere tutte della stessa altezza…. Sembra di parlare dell’epoca dei brontosauri ma scrivere a mano oggi, nell’era digitale, è quasi anacronistico.

I nostri giovani hanno perso questa capacità e purtroppo, insieme a questa anche la possibilità di maggiore riflessione e ragionamento.

Numerosi studi hanno evidenziato come la scrittura a mano stimoli la memoria e aiuti a pensare ed apprendere meglio aumentando la concentrazione. Ad Harvard molti insegnanti impongono ai propri studenti di prendere appunti esclusivamente con carta e penna.

Certo, digitare su una tastiera è molto più veloce, le correzioni sono rapide e pulite ma questo spesso a discapito della qualità del pensiero che diventa superficiale e frettoloso.

Quando ero ragazza avevo una corrispondenza molto fitta con una mia cara amica che abitava lontano. Ricordo ancora la gioia di andare in cartoleria e scegliere la carta da lettere appena arrivata. L’attesa del postino che portava le risposte. Le emozioni che venivano trascritte su fogli dal fondo fiorato o delicatamente colorato. La penna, che doveva essere rigorosamente morbidissima, scorreva rapida su pagine e pagine riempite di grafia che rifletteva il piacere di comunicare. E le lettere azzeravano i chilometri e diventavano coccole per l’anima e carezze per il cuore.

Ancora oggi amo scrivere a mano biglietti, lettere, appunti, riflessioni e citazioni. Per me diventa un momento intimo, di grande benessere a cui non voglio assolutamente rinunciare.

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2 commenti

  1. È vero!
    Scrivere è il nostro “tempo opportuno”. Nessun’altra attività, anche nei momenti più bui, può sembrare sufficiente a rincuorare. Per due persone lontane, stabilire un contatto con la punta della penna (immagina la potenza del quasi contatto nella creazione di Michelangelo), è una specie di balsamo da stendere sulle ferite.
    Scrivere una lettera di pugno può essere bellissimo!
    Appena terminata, si rilegge cento volte, fino a quando non inizia a brillare.

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