Vi è mai capitato di passare decine di volte al giorno, per anni, davanti ad oggetti e cose che diventano talmente familiari da sembrare quasi scontate, senza prestarci la minima attenzione?
Immagino di sì, ma poi, improvvisamente, la folgorazione….
A me è successo grazie ad una semplice frase di una mia amica:
“Renata, c’è una mano mozzata inquietante che esce dal tuo portone….”
Come mai questo bizzarro elemento che si appoggia lì da secoli aveva attirato così tanto la sua attenzione? Decisi così di osservarlo meglio, di toccarlo, di accarezzarlo e capii perché è oggetto continuo di curiosità per i turisti che si attardano a fotografarlo.
Nel suo passato non c’erano citofoni o cellulari che annunciavano l’arrivo di un ospite, c’erano solo “mani” che lo hanno picchiato con forza, con sollecitudine, con speranza.
I battiporta, battenti, batacchi, picchiotti, chiamateli come volete, avevano tante fogge, dal semplice anello, alla testa di leone o di medusa fino ad arrivare a figure mostruose che, nella credenza popolare, tenevano lontane le cattiverie e le invidie.
Oggi, per quanto vicini ai moderni campanelli, ne restano solo due, sul portone centrale, vestigia dignitose di un tempo che fu……
Gli altri, purtroppo, sono stati sottratti da “mani” irriguardose.